Inchiesta su Medici senza Frontiere

«Ci sono alcune malattie, come la tubercolosi o la meningite che non si trasmettono attraverso gli abiti». L’infettivologo Roberto Cauda, direttore di Malattie infettive del policlinico Gemelli di Roma, conosce bene la materia al centro della cronaca di questi ultimi giorni: l’accusa mossa dalla procura di Catania sullo smaltimento illecito dei vestiti dei migranti soccorsi in mare.

Quindi le malattie non si trasmettono attraverso i vestiti?

Ci possono essere delle trasmissioni, ma quanto queste possano essere determinanti dipende dal tipo di patologia. Tenuto conto che i migranti che vengono salvati in mare e arrivano sulle nostre coste sono per la maggior parte uomini giovani e sani. In linea teorica però ci possono essere alcune patologie trasmissibili.

Quali ad esempio?

I pidocchi presenti negli abiti possono trasmettere malattie infettive ed essi stessi si possono trasmettere per esempio se quell’abito viene poi indossato da altre persone. Se invece si tratta di uno straccio che finisce in discarica allora non ci dovrebbero essere problemi.

I vestiti dei migranti possono essere considerati ‘materiale pericoloso e infetto’?

Il punto è che la trasmissione può avvenire in modo diretto per esempio da un soggetto ad un altro attraverso un contatto stretto con l’indumento contaminato (ad esempio toccandolo). Evidentemente il sovraffollamento e l’essere in luoghi ristretti favorisce una eventuale trasmissione. Risulta essere meno chiaro il dato se i vestiti diventati stracci siano a eguale rischio. In ogni caso in presenza di un materiale come questo (stracci) il trattamento e il conseguente smaltimento deve essere improntato al massimo della cautela con uso di guanti e presidi di protezione individuale per chi li maneggia.

Per l’intero articolo : Avvenire.it

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